Noi che vogliamo essere allievi di tutti, maestri di tutti, e di tutti amanti.

Archivio per febbraio, 2014

Verresti? (le parole che non ti ho detto 2)

E’ facile dare per scontate certe cose.

Che qualcosa ad esempio, accada solo in funzione di creare qualcos’altro.

E’ difficile invece immaginare come a volte, con la stessa semplicità con cui si sbattono le ciglia, possa bastare poco, pochissimo per stare bene, senza nessun “qualcos’altro”.

Io sai, mi accorgo del mio rimescolio interiore solo quando ti guardo ed improvvisamente si placa e allora penso: ” è davvero così semplice respirare?”

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Comincia dall’inizio.

il 2014 comincia con i progetti, con il “fino a qui tutto bene” senza pensare allo schianto, con i tram di Torino aspettati al freddo, con i cupcake alla violetta acquistati in un negozio profumato, con lo zucchero filato in bustine improbabili e bellissime, la scoperta di poter parlare ore senza mai essere stanchi. Con occhi che non ti aspetti, abbracci lunghissimi, eterni, colazioni con le amiche. Con le lacrime improvvise, gli elefanti, la testa sotto la coperta all’uncinetto. Con musica lieve, tatuaggi, attese dolci e nervose. Con la pazienza imparata per forza, e con tempi nuovi. Con primavere improvvise e il cuore troppo pieno. Con le ciliegine dei cosmopolitan,gli spaghetti con le vongole, il ristorante di Shampoo che si legge Sciampù, i discorsi sconvenienti fatti a voce troppo alta, le sale che si svuotano.Con un libricino prezioso, i film, le scarpe nuove come le persone, il gatto che mi aspetta sul ciglio della strada per scambiarci qualche carezza come se non avessimo mai fatto altro che darci appuntamento in mezzo alle foglie cadute.Con i dolci preparati per curare la tristezza e dimenticare la pioggia. Con le parole d’ordine, il sangue dal naso, le foto, le dita arrossate, con il celebrare sempre, sempre, le piccole cose. Con passi lenti fino ad una macchina, i capelli arruffati, le liti delle cinque del mattino, il desiderio di implodere e lei che pazientemente aspetta che passi. Con l’aver trovato, ritrovato, perso, e con il tentativo di capire cosa sia più difficile da gestire. Con i pensieri faticosi e l’illusione di condividerli, con il sentirsi leggeri quando ti aspettavi di sprofondare.
Fino a qui tutto bene.

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Le parole che non ti ho detto. (1)

“Si conobbero. Lui conobbe lei e se stesso, perché in verità non s’era mai saputo.

E lei conobbe lui e se stessa, perché pur essendosi saputa sempre, mai s’era potuta riconoscere così.”

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